VITAMINA D …. l’INTEGRAZIONE NON RIDUCE IL RISCHIO DI FRATTURE
Nel 2011 un report dello US Institute of Medicine raccomandava la supplementazione di
600-800 UI di Vitamina D per garantire la salute dell’osso del 97,5% della popolazione generale.
Inoltre a lungo si è ritenuto che – data la pressoché ubiquitarietà dei recettori per la Vitamina D, la
sua integrazione potesse avere una influenza positiva sulle più svariate patologie.
Lo studio VITAL nacque proprio per verificare la veridicità di queste raccomandazioni.
Lo studio VITAL ha dimostrato che l’integrazione di VITAMINA D:
– NON PREVIENE il Cancro e le Malattie Cardio-Vascolari
– NON PREVIENE il rischio di cadute
– NON MIGLIORA le funzioni cognitive
– NON RIDUCE il rischio di fibrillazione atriale e la frequenza di Cefalea
L’analisi in oggetto (LeBoff MS et al, N. Engl J Med 387;4 – July 2, 2022) dimostra che
l’INTEGRAZIONE di VITAMINA D:
– NON RIDUCE IL RISCHIO DI FRATTURE anche in presenza di deficit vitaminico (< 20 ng/ml)
Alla luce delle attuali evidenze, non esiste dunque
– NESSUNA MOTIVAZIONE PER TESTARE I LIVELLI DI VITAMINA D NELLA POPOLAZIONE
GENERALE
– NESSUNA MOTIVAZIONE PER SOMMINISTRARE INTEGRAZIONI DI VITAMINA D PER
RAGGIUNGERE i cosiddetti “LIVELLI NORMALI”.
Floriano Rosina